Com’è morto Tommaso Buscetta

Dopo aver fatto parlare di sé per una crociera nel Mediterraneo, Buscetta manifestò, in un libro-intervista di Saverio Lodato – pubblicato da Mondadori nel 1999 – il suo disappunto per la mancata distruzione di Cosa nostra da parte dello Stato italiano. Ammalatosi di cancro, morì il 2 aprile 2000, all’età di 71 anni, a North Miami, in Florida, negli Stati Uniti, dove aveva vissuto la maggior parte della sua vita con la sua terza moglie e famiglia e con nomi falsi. Fu sepolto sotto falso nome a North Miami.

Buscetta ebbe tre mogli e nove figli. Ad un certo punto fu sospeso da Cosa nostra per aver lasciato la sua prima moglie, in quanto nelle regole mafiose dell’epoca l’adulterio era considerato un grave reato. Durante una deposizione a un processo nel 1993 il pentito Salvatore Cancemi rivelò a Buscetta di aver strangolato a morte, insieme a Giuseppe Calò, due dei suoi figli, Antonio e Benedetto (con Benedetto che fu assassinato da Calò in quanto somigliava di più al padre): don Masino non manifestò rancore verso i due, entrambi suoi storici amici, e disse che sapeva che non avrebbero potuto disobbedire all’ordine dato da Riina, il quale aveva imposto di eliminare i Badalamenti, i Buscetta, gli Inzerillo, i Contorno e i Bontade fino al 20º grado di parentela.

Intervistato dal giornalista Enzo Biagi, affermò di aver perso la verginità a otto anni con una prostituta che gli fece pagare solo una bottiglia di olio d’oliva.

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