Com’è morto Napoleone Bonaparte

Sull’isola di Sant’Elena, dove si trovava in esilio, Napoleone ebbe la libertà di muoversi a suo piacimento, ma in realtà per lui fu come trovarsi in un carcere di massima sicurezza, sorvegliato costantemente a vista da un piccolo contingente militare inglese; anche se non subì alcun processo o condanna, l’ormai ex imperatore era praticamente costretto a scontare un ergastolo in un posto lontano e sconosciuto.

Allettato dal 17 marzo, l’imperatore soffriva di atroci dolori allo stomaco. Accettava di tanto in tanto degli alimenti, vomitando regolarmente. Si alzò il 1 maggio 1821 ma la sua debolezza lo costrinse a rimettersi a letto. Il 3 maggio i sintomi divennero sempre più allarmanti. Il 4 maggio gli venne somministrato un anti-emetico su consiglio del medico inglese Arnott, contro il parere del medico corso Francesco Antommarchi. L’effetto che ne risultò fu ancora più violento.

Nella notte tra il 4 ed il 5 maggio, Napoleone entrò in stato comatoso. Appena cosciente, pronunciò alcune parole e poi spirò alle 17:49, all’età di 51 anni, 8 mesi e 20 giorni.

L’indomani il governatore dell’isola, sir Hudson Lowe, venne personalmente col suo stato maggiore ed il commissario francese, il marchese di Montchenu, a constatarne ufficialmente la morte. Lowe dichiarò al suo entourage: “Ah, bene, signori, è stato il più grande nemico dell’Inghilterra ora è qui; ma tutto gli è perdonato. Alla morte di un uomo così grande, bisogna solo provare un profondo dolore e un profondo rispetto”.

Le ultime parole di Napoleone furono Francia, esercito – capo dell’esercito – Giuseppina. Egli chiese di essere seppellito sulle sponde della Senna, ma fu invece seppellito a Sant’Elena, presso Sane Valley, come stabilito già l’anno prima dal governo inglese. Il governatore Lowe e i suoi uomini gli tributarono gli onori riservati ad un generale.

L’autopsia accertò la causa di morte in un tumore dello stomaco.

Il 19 luglio 1821, poco dopo aver appreso la notizia della morte di Napoleone, Alessandro Manzoni scrisse la famosa ode Il cinque maggio, che ebbe una forte risonanza in tutta Europa e che fu tradotta in tedesco da Johann Wolfgang von Goethe.

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