Data della morte: Presumibilmente il 25 gennaio 2019
Causa della morte: Ipotermia o Incidente tecnico in fase di discesa
Il 18 dicembre 2018 Daniele Nardi parte dall’aeroporto di Fiumicino, giungendo a Islamabad, dove incontra gli studenti dell’università e l’ambasciatore italiano. Con un volo interno, raggiunge Chilas unitamente a Tom Ballard. Nel giorno di Natale la spedizione giunge al villaggio di Ser, dove Nardi e Ballard donano ai bambini materiale didattico portato dall’Italia. Il 29 dicembre i due giungono finalmente al campo base del Nanga Parbat, mentre il 31 si conclude l’allestimento del campo 1 a quota 4.700 m s.l.m..
Il 5 gennaio il gruppo raggiunge il campo 2 a 5.100 m s.l.m., nonostante una temperatura di -25 °C, mentre il 9 gennaio viene raggiunto il campo 3 a 5.725 m s.l.m. sotto lo sperone Mummery. Dopo cinque giorni trascorsi per l’acclimatamento e trasporto del materiale in quota, il 16 gennaio Daniele e Tom arrivano a quota 6.200 m s.l.m., laddove Nardi aveva tentato l’ascesa nel 2013 con Elisabeth Revol.
Una perturbazione interrompe l’ascesa per diverse settimane, dato anche l’alto rischio di valanghe, a cui si aggiunge anche una scossa di terremoto. Il 22 febbraio arriva una schiarita: Daniele e Tom partono dal campo base, arrivando fino al campo 2. Il giorno successivo raggiungono direttamente il campo 4, proseguendo poi fino a quota 6.300 m s.l.m., per poi ridiscendere al Campo 4 a causa della nebbia, nevischio e raffiche di vento. Il 25 febbraio si perdono definitivamente i contatti radio con i due alpinisti, mentre il 26 viene attivato il sistema di soccorso pakistano, che però viene rallentato dall’improvviso scoppio di un conflitto militare ai confini con l’India, che determina la chiusura dello spazio aereo pakistano. Dopo un primo sorvolo avvenuto il 28 febbraio con esito negativo, viene deciso di prelevare quattro alpinisti esperti che si trovavano sul K2, tra cui il basco Alex Txikon, e di aviotrasportarli sul Nanga Parbat, ma a causa del maltempo riescono ad arrivare al campo base solo il 4 marzo.
Il 6 marzo vengono avvistati con un teleobiettivo i corpi senza vita di Daniele e Tom legati a delle corde fisse, ma la notizia viene confermata solo il 9 marzo. A causa dell’impossibilità e pericolosità del luogo, non è al momento possibile procedere al recupero delle salme dei due alpinisti.
Questo il racconto di Txicon fornito in un intervista alla Gazzetta dello Sport:
Abbiamo scrutato il Nanga Parbat e alla fine abbiamo visto i cadaveri.
È stata una morte crudele. Sono attaccati a una corda fissa.
Daniele e Tom Ballard sono morti per ipotermia… È stata una morte dura, in solitudine. Hanno anche fatto segnali con una luce per chiedere soccorso al campo base.
“In realtà, l’unico errore che hanno commesso è stato che in inverno, dopo le 17, se il vento cambia improvvisamente la temperatura può scendere da -30 a -60 gradi. E data la fatica che avevano accumulato in quel fatidico giorno attrezzando la via, questo fattore ha fatto da detonatore”.