Com’è morta Dian Fossey

Dian Fossey fu brutalmente assassinata la sera del 26 dicembre 1985 nella sua capanna. L’arma del delitto fu un arnese locale, chiamato panga, usato dai bracconieri per uccidere i gorilla una volta caduti in trappola. Fossey fu ritrovata solo il giorno seguente, oramai priva di vita. L’assassino resta tuttora ignoto. Farley Mowat, il biografo di Fossey, ha scritto nel suo libro Woman in the Mists, che con ogni probabilità la morte della studiosa è da attribuire a chi in Ruanda non aveva interesse alla salvaguardia dei gorilla o chi vedeva in Fossey una minaccia alla crescente e redditizia attività turistica della regione.

Ad ogni modo la morte di Dian Fossey è ancora avvolta in un fitto mistero. È opinione di Mowat che chi ha colpito a morte la studiosa dovesse conoscere bene la zona dell’accampamento e soprattutto le abitudini della vittima, che non era solita lasciare entrare nessuno e dormiva sempre ben chiusa nella sua capanna. A confermare queste tesi, ci fu l’arresto di tutti i membri del suo staff, accusati di complicità nell’omicidio, che potrebbe avere avuto come mandante anche alte sfere del governo ruandese, mai punite a distanza di decenni. Di tale parere sembrerebbe anche il neurobiologo e primatologo Robert Sapolsky, come scrive in Diario di un uomo scimmia, secondo cui le autorità ruandesi accusarono dell’omicidio uno studente americano, dopo essersi però accertate che questi avesse lasciato il paese.

Secondo però un’altra versione, ritenuta la più probabile, a uccidere Dian Fossey sarebbero stati i bracconieri, poiché Fossey rappresentava per loro una grande minaccia per il bracconaggio e per la caccia illegale ai gorilla, dati i suoi numerosi interventi, talvolta anche decisivi, e quindi i bracconieri l’avrebbero uccisa per evitare che potesse continuare a essere un intralcio per i loro affari. Mowat afferma anche che la causa scatenante l’omicidio fu il visto di due anni concesso a Fossey qualche settimana prima dell’assassinio, visto che le garantiva una permanenza lunghissima nel paese.

Dopo la sua morte, il nome di Dian Fossey fu usato indebitamente dalle autorità locali per pubblicizzare il settore locale. Durante il genocidio ruandese del 1994, il campo dove lavorò Fossey fu completamente distrutto e quelle foreste furono invase da decine di migliaia di profughi in fuga dalla guerra che procurarono danni irrimediabili all’habitat naturale dei gorilla. Nel ventunesimo secolo tale campo è in ricostruzione.

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